TRUE BEAUTY IS A CONSCIOUS MIND

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Tempo di lettura: 4 minuti

Quando qualche settimana fa ho letto questa frase ed è stato come se un fulmine attraversasse il mio corpo, ho sentito una commozione profonda invadere tutta me stessa e ho realizzato che probabilmente sarebbe stata una delle frasi più significative della mia vita. L’ho sentita mia, mi ci sono riconosciuta, ho percepito che in una semplice frase c’era racchiuso tutto ciò che di più importante c’è per me al mondo. Ha risposto a tante domande di cui cerco il significato, dal senso della vita,a cosa cerco nel mondo

Questi sono i momenti di insight, cioè di quando qualcosa scuote la nostra consapevolezza, una presa di coscienza che non è solo mentale, ma diviene viscerale. Sono momenti di struggente bellezza, la cui verità talmente è sentita che diviene quasi dolorosa, eppure sono tra i momenti indelebili in cui più capiamo e ci capiamo. La vera bellezza sta nella mente consapevole.

Questa commozione mi ha travolto e ho lasciato che lo facesse, mi destabilizzasse anche, ma per come per magia, ho trovato altre persone che ne erano rimaste affascinate e commosse e condividerlo con loro, pur se perfetti sconosciuti, me li ha fatti sentire come dei prossimi molto più intimi di tanti prossimi; parlavamo lingue diverse, ma ci capivamo profondamente, perchè il livello di consapevolezza a cui sono le persone che permette la comprensione. La vera bellezza sta nella connessione di menti consapevoli.

“La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro al tuo cuore. chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia” C.G Jung

Una mente consapevole è una mente che sa connettersi con i propri pensieri, con le sue emozioni, con il suo corpo e sa connettersi contemporaneamente con il mondo intorno. E’ una mente aperta, che tenta di andare oltre le convinzioni e i condizionamenti, cercando costantemente la verità e il senso delle cose. E’ una mente capace di ragionare in modo trasversale, superando i limiti della propria esperienza e facendo tesoro di ciò che può essere colto come arricchimento per la propria evoluzione interiore. Non importa che percorso abbia fatto, la strada a cui giunge è una strada comunque di crescita. Non cerca obiettivi da raggiungere, sfide per sentirsi vivo, è in grado di cogliere da mille aspetti, insegnamenti e bellezza della vita, perchè vive nel qui ed ora. Sa dirigere e mantenere l’attenzione su ciò che è importane e per questo è fonte e cercatrice di ispirazione.

LA MENTE CONSAPEVOLE NON SIGNIFICA RISOLTA. Il fatto di sapere di non sapere mai abbastanza, crea quello stato di fluttuazione in continua espansione. Il che non significa che una mente consapevole sia quella di una persona risolta, per il semplice fatto che la vita ci porta sempre nuove situazioni e problemi, il cui livello di difficoltà si alza con il passare del tempo. E’ un lavoro progressivo, ma la consapevolezza consegue di accettare che sia così. La differenza sta nel fatto che conoscendo i suoi schemi, sa mettersi in discussione ed agire su di essi, scegliendo di rispondere in modo diverso, quando li riconosce nel profondo, disadattivi.

LA BELLEZZA DELL’ANIMA. Di recente un corso di psicologia umanista mi ha riportato a pensare a quello che pensavo già da tempo, di quanto la psicologia dovrebbe (essendo uno dei pochi campi forse assieme a quello religioso), guidare le persone a riflettere su un piano più spirituale e meno materiale. Se penso che ho scelto questo lavoro dandogli l’anima, è perchè credevo (ingenuamente), che sarei stata a contatto con tutto ciò che concerne l’anima. Ma quando l’ho deciso ero una bambina di 11 anni, innamorata di questa scienza e il mondo in cui vivevamo ancora non era intriso di consumismo, materialismo, individualismo e narcisismo come lo è oggi, Nemmeno quando mi sono laureata lo era nel’94, non c’era la droga della tecnologia, la passione per sbracarsi nei diversi tipi di confort zone (che come afferma anche Crepet, è la cosa più brutta che l’umanità possa fare), le persone ancora cercavano aiuto e non di essere convinte e motivate ad averne bisogno.

Oggi più che mai in questo mondo che si nutre di fuffa, apparenza, ricerca di attenzione, che si abbuffa di gadget estetici e materiali, la mia fame di trovare consapevolezza intorno a me è ancora più grande e quando la trovo, mi sento di nuovo con-nessa al mondo e non solo a luoghi o all’arte che ne proclama l’urgenza.

La vera bellezza sta nell’essenza della persona, nello svelarsi di quella profondità d’animo che irradia una luce intorno, sta nella sua autenticità, genuinità, nella sua unicità, originalità, nell’intensità sincera con cui la esprime, nella forza (quanto maledettamente rara) e nel coraggio di mostrare la propria vulnerabilità. Tanto più rara questa bellezza, in mezzo a ricerche affannose di abbellire l’apparenza, tanto più infinitamente meravigliosa.

E’ una bellezza che crea un senso di rispetto, di ammirazione perchè chi ha l’audacia di mostrare chi è davvero, è in qualche modo in un mondo di fake, di incastri di ruoli che fanno sentire al sicuro, di caccia al consenso, un vero eroe. Ma una mente consapevole non basta, la vera consapevolezza è quando questa mente si unisce ad un cuore autentico.

Dedico perciò questo post alle persone con una mente consapevole e un cuore autentico (maledettamente poche ma straordinariamente meravigliose), anche lontane, che ho avuto modo di sfiorare, che mi hanno dato e continuano a darmi la forza di lottare per un mondo più consapevole e che seguirò ovunque e sempre con un senso di gratitudine infinito.

Rebecca Montagnino

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Una risposta

  1. Marta ha detto:

    Qualche tempo fa la pensavo molto simile, prima ancora di arrivare in terapia dove mi stavo scoprendo con molto aiuto. Si ha necessità degli altri (che sia un gruppo o che sia un singolo), comunque la si voglia mettere. Si ha l’urgenza di leggere le parole scritte da quella mente, da quell’anima. Si ha la necessità di ascoltare quella musica, composta da un’altra anima. Si ha desiderio struggente di sentire l’arte, come rivelatrice dei luoghi dell’anima, arte creata da altre anime. Si ha dunque bisogno degli altri poiché gli altri sanno e vedono ciò che noi, per obbligo di viaggio, ancora non sappiamo o conosciamo. É un guaio quando si cerca di capire, si è desiderosi di sapere e si hanno difficoltà, essere additati per incapaci, inesistenti, inutili, vili, ladri. Magari uno lo è pure poiché esiste anche quello dentro l’esperienza umana, eppure come dice Galimberti “…la scuola porta avanti i bravi perché è meno impegnativo e non ne vuol sapere dei ragazzi che causano problemi di sorta, espellendoli, facendoli sentire loro stessi come il problema, creando scissioni ancora più profonde dell’anima. Tutti partecipano alla costruzione del presente e del futuro di tutti.”

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