QUANTO TEMPO CI FACCIAMO RUBARE DAI SOCIAL????
LA VERITA’ E’ CHE SIAMO TUTTI SCHIAVI DEL TELEFONO. Probabilmente leggendo questo titolo, molti si dichiareranno “non colpevoli, o non dipendenti (come fanno tutti i dipendenti in fondo). Io stessa proclamerei che non lo sono, che se controllo il telefono è solo per vedere se ci sono messaggi impellenti, cambi di orari, richieste di aiuto. Ma ammetto di passarci troppo tempo sopra, più di quello che dovrei o vorrei, di essere diventata compulsiva ad esempio nel guardare il meteo. Per quanto mi sforzi di essere consapevole dell’uso che ne faccio e di quanto lo faccio, di seguire o cercare qualcosa che realmente mi interessa, a volte cado anche io nella trappola nella hole rabbit.
LA HOLE RABBIT. Se la rete è stata innanzitutto una rete di connessioni (virtuali ovviamente e non reali), se con il tempo dagli inizi del’2000 ad oggi, ha mostrato anche il suo lato oscuro, cadere nella rete è un pò come cadere nella trappola. Un buco che diviene sempre più grande quando ad esempio cerchiamo un’informazione e finiamo dopo venti minuti a guardare altro, magari qualcosa che inizialmente non avremmo mai guardato.
La hole rabbit la conoscono gli algoritmi che ci traghettano da un nostro atto volontario di ricerca di informazioni personali, ad altri lidi in modo sapientemente costruito. Lo sanno coloro che si occupano di e-commerce, conoscendo su cosa far leva affinchè cadiamo in quella tana.
Il fatto è che come per ogni dipendenza anche l’uso della tecnologia- e lo smartphone in prima linea- è qualcosa di ipnotico. E’ sempre con noi, è come un amico, è dentro di noi. Lo indossiamo, ci andiamo in bagno, a fare sport, a dormire. Contiene preziosamente i nostri ricordi, le nostre foto, i nostri contatti, nonchè dati personali.. Ci mangiamo ci vediamo video, cerchiamo notizie, relazioniamo, guardiamo film, dalla mattina a quando andiamo a dormire e’ il primo e l’ultimo atto che compiamo, come salutare un amante.
FOMO Sapete tutti cosa sia il Fomo -https://www.stateofmind.it/2020/06/social-network-fomo/- cioè la paura di essere tagliati fuori le relazioni sociali. E’ quella paura/ansia che vi porta compulsivamente a controllare il vostro telefono alla ricerca di notifiche, notizie e che riconoscerete quando al cinema lo consultate prima di salutarlo (tremendo senso di abbandono), per poi ritrovarlo felicemente alla fine della pellicola. Beninteso c’è chi non riesce a fare nemmeno questo e o evita il cinema piuttosto che consultarlo durante (per il sommo piacere del vicino di posto).
STATO DI TRANCE. Quando lo prendiamo in mano non siamo coscienti di quello che facciamo, cioè il suo uso è divenuto ormai un atto incondizionato. Lo apriamo e per “passare il tempo”, leggiamo qualsiasi cosa. Come sotto trance sprofondiamo in quello stato di confortambly numb in cui il mondo reale sparisce, e beotamente siamo altrove o nelle vite degli altri, possibilmente lontano dalla nostra. Ed è proprio l’assenza della consapevolezza dell’azione che ce ne rende dipendenti, come in qualsiasi altra forma di addiction.
DAL” NON HO TEMPO” AD.. AMMAZZARE IL TEMPO. Da un lato questo voyeurismo ci serve per confrontarci ed uscire con il senso rassicurante “io sto meglio“di questo (stessa leva che spinge furiosamente a seguire gli infuriati protagonisti del Grande fratello o simili per disinfettare la propria coscienza e sentirsi migliori). Non ci accorgiamo del tempo passare, perchè lo dobbiamo “ammazzare”. Mi domando; ma visto che tutti si lamentano che ne hanno poco di tempo, fatto reale, perchè poi lo si trascorre in questo pericoloso nulla cosmico???
Quante volte sentiamo lamentare che non abbiamo tempo per leggere, per fare sport, per sentire le persone, per prenderci cura di noi. Se sommassimo i minuti e le ore che passiamo sullo smartphone, ci accorgeremmo che è molto di più di quello che presumiamo (ci sono delle app che calcolano quanto tempo spendiamo sulle app..).
Mi è capitato di far ragionare una ragazza sulle ore settimanali trascorse a usare photoshop, per ritoccare le photo che metteva su instagragm; circa otto, che impiegate a leggere avrebbero fatto un recupero di 32 ore mensili, sufficienti per leggere almeno tre o quattro libri, diventare un atleta, visitare posti nuovi.
Però in compenso se dobbiamo leggere cose più corpose ed approfondite, articoli anche di nostro interesse, troviamo indicato il tempo di lettura; si deduce quindi che per questo dobbiamo conoscere prima se vale la pena perderci del tempo? La verità è che il tempo lo ammazziamo più che lo perdiamo, espressione terribile se pensiamo che questo decreta la nostra esistenza. Lo sprechiamo incapaci di cogliere un senso migliore a ciò che facciamo, come se non avessimo altro in cui impiegarlo o altro che emotivamente ci coinvolga…
I NUMERI NON MENTONO All’inizio del 2021 gli abitanti del pianeta erano 7,83 miliardi di persone, circa 5,78 miliardi usavano i social media. Un utente medio trascorre circa 144 minuti della sua giornata sui social e considerato che i bambini sotto i 13 anni non vengono considerati, possiamo affermare che il 65% della popolazione è sui social. Tra i 16 e i 29 anni si trascorrono circa 3 ore al giorno, mentre tra i 45 e i 54 anni 1 h e 39 minuti : i millennial ci stanno circa 2 ore e 30 minuti. Si contano nel 2021 mezzo miliardo in più di utenti, 1,3 miliardi spesi on line, trilioni sui siti e-commerce.
Internet: 4,66 miliardi accedono ad internet con un incremento del 7,3% rispetto all’anno precedente. Il tempo speso sulle piattaforme social equivale ad un giorno della settimana. Chiaramente i dati variano a seconda del paese, il massimo si raggiunge nelle Filippine con un numero di ore pari a quasi 5 ore al giorno.
Lo smartphone ormai ha soppiantato la televisione ma spesso anche altri dispostivi, in quanto viene usato come pc, per vedere film anche o svolgere webinar, per fare sport, shopping oltrechè per chattare ovviamente ( 9 su 10 visitano il web da mobile); si passano almeno 4 ore al giorno sopra. Non solo, la maggioranza degli utenti dichiara di consultare il web o i social come fonte decisiva per una sua scelta, true moment zero anche definito. Spendiamo on line lo stesso tempo che spendiamo dormendo.
Il 98% degli utenti è attivo almeno su due social. Se volete https://wearesocial.com/it/blog/2021/01/digital-2021-i-dati-globali/
CAMBIAMENTI DI POSTURA. Quasi tutti ancora si lamentano oggi di problemi alla cervicale. Se guardiamo la postura del nostro collo ci accorgeremo in questi anni come abbia assunto una forma a curva, dovuto al tempo che pieghiamo la testa per leggere il telefono. Se presto passeremo dall’home erectus a quello piegatus, c’è inoltre un altro aspetto che inizia a manifestarsi. La postura di chiusura. Siamo sempre più spinti a chiuderci in questo modo, incavando le spalle e chiudendo il diaframma, sede del libero respiro e dell’attivazione emotiva in qualche modo. Chi soffre di ansia sa bene ad esempio quanto sia importante il suo corretto funzionamento per liberare tensioni e stati emotivi. Lascio a voi le dovute conclusioni.
OK COMPUTER. Il titolo premonitore dei Radiohead che forse ancor di più nell’album successivo Kid-A, delineava una visione del mondo assai vicina a quella che stiamo vivendo, una schiavitù al mondo del web e oggi non è più lo smartphone uno strumento, siamo noi il suo.
La foto mi ricordava la scena finale di “Don t look up”, siamo in quel presente raramente in questo ormai e la spettacolarizzazione di cui siamo presenti e testimoni è il nuovo oppio per i popoli.
Ovvio che non esistono soluzioni al problema, perchè nessuno oggi tornerebbe indietro pur essendo in parte consapevole degli effetti che si hanno. Solo un suo uso CONSAPEVOLE.
E’ una sorta di bispensiero quello a cui assistiamo alla 1984 di Orwell e qualcosa accomuna (lo so molte, moltissime cose) il romanzo alla vita di oggi. Quello che mi sorprende è la cessione deliberata di consapevolezza; se nel libro dati ed emozioni vengono estorte, in quest’epoca le offriamo noi, con tanto gaudio e sollievo.
Se tante volte biasimate il fatto che non avete tempo per fare qualcosa che vi piacerebbe, quanto tempo guadagnereste restando senza guardare continuamente il telefono? Se non siete ancora convinti della dipendenza che avete, provate a fare una prova: lasciate il vostro telefono due ore al giorno senza consultarlo. Ansia? Tranquilli, sarebbe difficile lo stesso anche se dicessi un’ora solamente!
Rebecca Montagnino
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