Perchè la nostra MENTE ha bisogno di MERAVIGLIARSI
Quanto ci fa bene esprimere dentro di noi la frase che bello! ..ma quante volte lo diciamo e soprattutto quanto spesso andiamo a cercare quest’ emozione?
La sorpresa sappiamo essere tra le sei emozioni basiche quella che dura in genere 15 secondi; la sua rapidità spiega perchè non venga considerata sufficiente come trigger di alcuni comportamenti. La sorpresa una volta attivata produce un’altra emozione negativa o positiva.
Conosciamo però fin troppo bene le ripercussioni che tale emozione, seppur breve, imprime nel nostro vissuto. Tutti ci ricordiamo cosa avvenne con le Torri Gemelle, vale lo stesso per esperienze dolorose o spaventose nella nostra vita. L’attimo in cui la sorpresa si tramuta in paura non lo dimentichiamo volte mai e diamo a quell’episodio il nome di trauma (dal greco trayma, perforamento).
In realtà la sorpresa è biunivoca, può regalarci anche un effetto positivo. Solo che prestiamo meno attenzione alla meraviglia, in quanto non dobbiamo difendercene. Leggevo stamani che il provare sorpresa davanti a cosa belle, rallenta i processi degenerativi del cervello. Considerato che quando questo processo di deterioramento inizia, gli esiti dipendono molto dallo stato del cervello in cui si trova, più accumuliamo esperienze di stupore e bellezza, più così creiamo una sorta di rafforzamento del sistema immunitario mentale.
ALLENARE LA MERAVIGLIA, ALLENARE LA MENTE
Un aspetto inoltre molto importante è che se coltiviamo questo genere di emozione, questo provoca un rilascio di endorfine che a lungo andare può innescare una sorta di “abitudine”. Sviluppiamo cioè più facilmente comportamenti atti a ricercare quel senso di benessere e acquietamento emotivo.
Tali abitudini ci infondono a loro volta un senso di curiosità crescente che, se assecondate, portano a degli enormi benefici sia da un punto di vista fisco che psichico. Ottimizzano inostri valori fisiologici, i quali sono in grado di creare una sorta di bagaglio curativo a cui attingere quando ne abbiamo bisogno. In questo senso favoriscono il rallentamento dei danni cerebrali: se siamo curiosi e spinti a cercare il bello, diveniamo anche più pieni di conoscenza e questo ne alimenta altra a sua volta, creando un circuito in cui le sinapsi aumentano progressivamente.
L’ABITUDINE AL MALESSERE Nessuno di noi si sognerebbe di ascoltare della musica che non ama o di cercare del cibo che gli provoca disgusto. Eppure se queste esperienze le evitiamo in questi ambiti, non di rado le andiamo a cercare da un punto di vista esperenziale. Ci abituiamo così all’esatto opposto di quello di cui sto parlando, invece delle meraviglia inconsciamente ci settiamo alla ricerca del malessere, con tutti gli effetti negativi e contrari a quelli finora elencati.
Sappiamo infatti che il nostro cervello, per una questione di economia, tende a seguire le strade già percorse, a produrre le emozioni, quindi anche gli ormoni, che si è abituato a rilasciare. Cercare la meraviglia è qualcosa che ci sradica dai nostri comportamenti maladattivi abituali, che ci chiede un impegno maggiore del piacere cercato comodamente e sedentariamente sbracati davanti al pc. Ma il nostro cervello un domani ce ne ringrazierà!
COLTIVARE LA MERAVIGLIA INTORNO A NOI. Come ??? Dentro di noi intanto, nella nostra mente, nelle nostre giornate, pianificarla quando siamo soffocati dagli impegni o ci sentiamo inghiottire dalla solita routine! Facevo caso la volta scorsa ammirando le meraviglie di Damien Hirst nella meravigliosa Galleria Borghese, che ogni volta che entro in un museo, percepisco le papille dilatarsi.
Se spenso a quanto tutto ciò mi sia mancato durante la pandemia, mai finirò di ringraziare di aver trascorso questo lungo tempo in una città che in qualsiasi zona fossimo, offriva comunque la possibilità di intravedere uno scorcio di bellezza. Mi commuovo ancora se ricordo il potere benefico che provavo andando a visitare chiese, a scovare colonne, a guardare palazzi antichi affamata di bellezza. Spero che questo senso di gratitudine per la bellezza che ancora c’è nel mondo, mi accompagni per sempre. Essere un art addicted è la stata la migliore delle dipendenze che potessi avere.
Coltivare la meraviglia intorno a noi, nell’arte, nel concentrarci sulla musica senza fare altro, nella natura, nel senso di benessere che ci viene quando guardiamo e camminiamo tra gli alberi, o ci perdiamo nel colore dei fiori, o ascoltando il rumore del mare è un modo per allenare la mente e il senso di gratitudine. Andare a prendere un caffè magari più lontano del solito, ma in un posto che sia bello, dove ci sia più silenzio fa del bene ai nostri neuroni e alla nostra anima. Cercare questi spazi senza attendere che arrivino momenti per viverli, rendere cioè la ricerca del bello e della meraviglia un’abitudine.
Questo ci desta e sensibilizza anche sullo sconvolgimento climatico in cui viviamo e ci spinge a proteggere la nostra stessa vita. Più siamo in grado di apprezzare, più siamo appagati e tendiamo a preservarne la preziosità.
Coltivare ancora la bellezza negli altri, specie nei bambini, insegnando loro quanto possa essere bello andare a vedere uno spettacolo di teatro, assistere ad un concerto, osservare incantati i dettagli di un quadro, le pieghe del marmo in una scultura, scoprire quanto fosse grande l’ingegnosità degli antichi.
E comunque se è vero che tutto questo aiuta il mio cervello domani, di sicuro lo fa vivere in stato di grazia già nel presente.
Per approfondimenti trovate vari link sottostanti. Buona meraviglia!
Rebecca Montagnino
https://www.studenti.it/concetto-di-sublime-in-arte-in-letteratura-e-in-filosofia.html
https://journals.openedition.org/estetica/1814
https://www.ilsigarodifreud.com/arte-e-neuroni-specchio–come-la-bellez
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