LEGGERE AIUTA SEMPRE, ANCHE LA NOSTRA PSICHE

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Ogni lettore quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sè stesso” Marcel Proust

Bello tornare al festival dei libri. Come è stato bello rientrare nelle librerie dopo il lockdown. Per me è un pò come visitare una gioielleria, essere immersa e circondata ovunque da libri, per me oggetti tra i più preziosi della vita. Talvolta lo sono persino affettivamente. Ci sono infatti quei libri che amerai per sempre perchè hanno segnato momenti importanti della tua esistenza, quelli che ti hanno aperto un mondo, che ti hanno fatta sentire capita quando nessuno sembrava comprenderti. Ognuno ha degli autori che l’accompagnano nel corso della vita, il cui linguaggio e le cui riflessioni suonano di familiare, come tale diventa la lo presenza dentro di noi.

E’ un piacere puro il girovagare tra gli scaffali, tra i diversi piani, esplorare i vari settori per argomento, sentirne l’odore, leggerne la copertina, inebriarsi di quella sensazione che solo loro sanno trasmettere…E ogni volta prenderne alcuni guardandone altri con la promessa che li porterai via la prossima volta. Mi mancava questa sensazione di casa!

I libri sono un pò tutto: ci fanno sognare, capire, ascoltare, ci parlano, ci confortano, ci aprono la mente. Restano lì nella nostra libreria posizionati in attesa del loro momento per esseri letti, (alcuni libri come le persone hanno un senso più profondo in dati periodi piuttosto che in altri); sistemati in modo da reperirli quando la necessità di trovare una visione che trascenda il presente ci manca dalle voci umane. Saperli lì ci rassicura come una presenza in carne ed ossa.

I LIBRI SONO CULTURA. Sappiamo tristemente che il nostro paese si trova tra gli ultimi in Europa per la lettura. In un mondo che legge sempre meno, noi siamo tra i primi a vincere questo trofeo (e anche con un certo autocompiacimento, perchè la cultura da noi è roba per “vecchi”). Non solo il numero dei libri letti in un anno scende, ma si tratta sempre meno di testi impegnativi. “La gazzetta dello sport” è il quotidiano più letto come abbiamo modo di ammirare sovente nei bar, mentre sempre più raramente vediamo persone con in mano un libro (anche perchè dovrebbero togliersi il telefono da sotto gli occhi per qualche minuto).

https://www.illibraio.it/news/editoria/lettori-libri-italia-rapporto-istat-1395728/

Una delle cose che amo di più infatti, quando vado all’estero, è notare quanta gente è ancora solita leggere un libro sulla metropolitana, o in riva ai laghetti dei parchi, dove ci sono persino sedie preposte, affinchè i passanti possano approfittarne per pensare o divorare qualche pagina dell’opera con cui passeggiano. Mi fa sentire meno una marziana, anzi mi fa piacere non essere poi così singolare e di appartenere in qualche modo ancora ad un mondo dove la cultura è un pezzo di cuore.

“La tua casa, essendo il luogo in cui tu leggi, può dirci qual è il posto che i libri hanno nella tua vita, se sono una difesa che tu metti avanti per tener lontano il mondo di fuori, un sogno in cui sprofondi come in una droga, oppure se sono dei ponti che getti verso il fuori, verso il mondo che t’interessa tanto da volerne moltiplicare e dilatare le dimensioni attraverso i libri.”
ITALO CALVINO

I LIBRI SONO PONTI. Un libro lega gli individui: c’è un senso di complicità profonda tra chi ama leggere, dato forse dal sentirsi un pò come facenti parte di una razza in estinzione. Vi ricordate la pratica del cross booking? Altro non era che il creare connessioni tra individui. Sono frammenti del nostro pensiero che incontrano l’altro, aneliti di emozioni che ci uniscono. I libri sono “galeotti” in questo senso, per usare la fatidica definizione dantesca dell’incontro tra Paolo e Francesca.

I libri sono ponti. Un ricordo a questo punto. Anni fà scappai di corsa all’apertura della Feltrinelli per la nuova uscita del nuovo libro di Javier Marias. Appena comprato, mi misi subito a leggiucchiarlo fuori, come un bambino si gusta un gelato. Un ragazzo passando scorse il nome dell’autore sulla copertina, non sapendo che era già in vendita, fu una rivelazione per lui, del tipo you make my day ! Gli regalai una fetta di piacere quel giorno e la sua condivisione ne ragalò una a me. Adorava quanto me Marias e per un attimo, il tempo della conversazione sull’autore e forse quello del ricordo nel tempo, noi fummo due anime vicine. L’affinità elettiva, affermava Goethe, unisce in modo intimo e profondo come poche altre esperienze sanno fare.

ESERCIZIO MENTALE E PASSIONE

I libri sono una compagnia silenziosa ma potente, sono conoscenze e come sappiamo la conoscenza è libertà ( non caso il termine libri deriva dal latino liber= liberi). Nella storia dell’umanità i libri hanno spesso stimolato ad aprire e portare il pensiero laddove era imprigionato, contribuendo anche a liberare l’individuo stesso dalla sua schiavitù. Per questo la lettura in quanto acquisizione di consapevolezza del proprio stato, veniva temuta.

Il vero orrore è quello di un mondo dove è proibito leggere. Dunque è proibito conoscere, amare e ricordare” (Fahrhenit 451 , F.Truffaut)

Ancora… I libri permettono di distrarci dagli affanni quotidiani, aiutano la comunicazione, la concentrazione, ci fanno entrare nelle nostre e nelle altrui emozioni. Sviluppano l’IMMAGINAZIONE.

Alcuni libri sono come figli, altri sono amici: alcuni autori infatti ci carpiscono meglio e più profondamente di quanto spesso facciano le persone che abbiamo vicine. Per questo donare un libro, è donare una parte sia di sè che una parte di sè all’altro, che magari ancora non conosce.

Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.”
J. D. SALINGER

https://libreriamo.it/libri/perche-dovresti-leggere-ogni-giorno-ecco-10-benefici-lettura/

http://www.occhicielo.it/2017/09/07/leggere-per-provare-emozioni/

LA LETTURA CI AIUTA A COLTIVARE L’INTROSPEZIONE. Ricordo ne “L’arte del romanzo” di Kundera, come veniva sottolineata l’importanza di stimolare la lettura sin da piccoli, per aiutare nella conoscenza del mondo, incentivando la capacità di porsi interrogativi più complessi sull’esistenza e sull’animo umano. I racconti dei libri migliorano la facoltà di stabilire dialoghi interiori e di vedere immagini trasformate dalle parole, di mettersi in punti di vista diversi, di conoscere nuovi orizzonti che altrimenti nona avremmo mai scoperto.

La letteratura ci apre riflessioni sulla vastità della personalità umana, attivando contemporaneamente una conoscenza sulla psiche nostra ed altrui. Vivendo la vita interiore del personaggio impariamo infatti ad analizzare, a sviluppare la nostra stessa introspezione, a formulare opinioni. Se ci pensiamo tutte abilità dismesse oggi rendendo probabilmente l’equazione poca lettura= poca introspezione inappuntabile.

Quel che rimprovero ai giornali è di farci prestare attenzione ogni giorno a coseinsignificanti, mentre leggiamo tre o quattro volte nella vita i libri dove ci sono le cose essenziali.”
MARCEL PROUST

Nel mentre si leggono piuttosto notifiche (le ereditiere dei libri) dove quello che l’altro sente dentro non ci arriva, dove frasi smozzate e prive di profondità e di spessore non aggiungono, semmai tolgono alla relazione. Prive di un linguaggio elevato che ci faccia sforzare di trascendere il noto, la lettura delle notifiche ci abbrutisce ad una forma di cecità intellettiva, introspettiva ed emotiva. Sviluppano ansia , questo si, insieme ad un bisogno di accettazione a palate e fraintendimenti a dismisura.

In fondo in un mondo di iperattivi nevrotici, prendersi del tempo per assaporare le parola, è visto come una perdita di tempo. Solo che…restringiamo in tal modo vocabolario e modo di vedere: due grandi perdite con un atto solo.

SIAMO I LIBRI CHE LEGGIAMO. Leggere nutre la nostra anima di stimoli; il mondo della lettura è un universo che se non ci incuriosisce, è un pò come non voler conoscere la vastità del mondo in cui viviamo. Sembra che sia più semplice vivere in modo chiuso, ottuso e superficiale; potrebbero esserci domande scomode quelle che arrivano da un pagina e una volta arrivate non potrebbero più essere negate o cancellate. Rischiano di farci prendere coscienze scomode. Mi viene in mente a tal proposito, una novella di Pirandello, “Il treno ha fischiato“, in cui un cantoniere attraverso il fischio di un treno inatteso, scopre la propria consapevolezza e da quel momento la sua vita non può più tornare alla placida inconsapevolezza di prima.

Siamo dunque i libri che leggiamo, quelli che abbiamo letto, quelli che ci hanno colpito, cambiato, illuminato, appassionato, fatto innamorare, quelli che andiamo a cercare smaniosamente folgorati da un insight. Siamo, quella irrequietezza di continuare la lettura di un libro che ci ha stregato, incastrando ogni minuto del nostro tempo a sua disposizione, sensazione unica per chi fortunato, l’ha mai provata. https://www.internazionale.it/opinione/tracey-thorn-2/2021/06/06/libri-lettura

RITORNARE A SCRIVERE . Se leggere è diventata un’attività obsoleta, non parliamo di quanto stia diventando desueto scrivere a mano. Anni fa su un treno tirai fuori il mio quaderno e mi misi a scrivere, atto che provocò lo sgomento degli altri passeggeri, uno dei quali lo espresse apertamente, come fossi un dinosauro. L’esercizio della scrittura, come afferma anche il link sottostante, è un’attività importante per la nostra mente, in quanto è una delle poche attività in cui avviene la connessione sincronica di ambo gli emisferi Spesso nel mio lavoro, stimolo la creazione di un diario personale: ho scoperto infatti negli anni quanto sia uno strumento potente per imparare a contattarsi, quanto aiuti a rafforzare la propria consapevolezza, perchè ci insegna a stare fermi nel presente, esplorando di noi stessi. L’abitudine del raccontarsi, nel tempo sviluppa la capacità di dare attenzione al qui ed ora e su cosa stia avvenendo fuori e dentro di noi. Il trattenere per poi raccontare è l’inizio spesso del processo di conoscenza di sè

https://www.proiezionidiborsa.it/e-straordinario-come-questa-semplice-azione-quotidiana-serva-a-potenziare-il-cervello-e-migliorare-la-memoria/

L’AMORE PER I LIBRI.

Da un’intervista a Daniel Pennac

Cosa dice alle persone che parlando di lettura dicono di non avere il tempo di leggere?

Daniel Pennac: (Ridendo) Allora, cosa rispondo a chi mi dice di non avere il tempo di leggere? Rispondo: Hè, hè, hè, hè…
Bisogna associare un’altra idea al fatto di non avere il tempo di leggere! Nessuno ha mai detto di non avere il tempo per essere innamorato o innamorata! Eppure il concetto è lo stesso! Il tempo per leggere è un tempo che si ruba agli obblighi della vita, è come il tempo per amare. Ogni volta che siamo innamorati rubiamo del tempo al lavoro, agli impegni domestici, il tempo dell’amore e della lettura è un meraviglioso furto! E quindi non credo a chi mi dice di non avere il tempo di leggere.
Si può non avere la voglia di leggere, si possono avere altre preferenze, ma non mi si venga a dire che manca il tempo di leggere, è come dire che non c’è il tempo di amare! Non ci si può credere…

Rebecca Montagnino

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