L’AUTONOMIA CHE SORRIDE…
Non è un caso che abbia inserito questo post dopo il video della volta scorsa…in realtà avevo già in mente di scrivere qualcosa in proposito all’autonomia “positiva” . Spesso quando parlo di autonomia nel blog, sottolineo l’aspetto legato alla responsabilità individuale, forse creando l’idea sbagliata che raggiungere la propria autonomia sia solo un processo faticoso e un dovere ( abbiamo il dovere quanto il diritto alla Vita)… Altrettanto lo è in realtà raggiungere il lato positivo se così vogliamo definirlo, ma è molto più allettante e una volta raggiunto aumenta il nostro benessere interiore. Forse semplicemente perchè lavorare su di sè resta la fatica più grande del nostro percorso su questo mondo, ma anche la più bella e quella che ci dà maggiori ricompense.
E’ faticoso e difficile, capire cosa ci fa stare bene. Scovarlo, conoscerlo. Averlo li a portata di mano, alimentarlo, usarlo all’occorrrenza come usiamo un analgesico quando stiamo male. E in fondo l’effetto nel nostro corpo non è poi così diverso…
E’ impegantivo smussare, pulire pensieri, stati d’animo, atteggimanti mentali, comportamenti che ci inquinano. Eppure come sarebbe la nostra vita senza? Di quanto migliorerebbe! Se la salute fisica dipende molto da quella mentale, l’unica differenza tra gli esseri umani non è nella ricchezza, nel potere, perchè chi non sa usarli non vive meglio. Ma è nel nostro equilibrio, nella forza della personalità, nel modo di pensare che troviamo la reale differenza.
Piu di tutto perchè accontentarci, accettare di vivere male dentro?…ci sono malattie e persone malate fisicamente che non possono davvero accedere alla vita, che darebbero tutto per poter essere libere di fare quello che i sani, per pigrizia, incapacità, resistenza non sanno cercare.
Mi accorgo spesso, troppo spesso purtroppo, che sapersi prendere cura di sè è ad oggi un fattore decisamente ostico. Non parlo di individualismo o egoismo, ma il saper soddisfare le proprie necessità, gratificarsi, giorire di se stessi. Sorridersi …
Non a caso autonomia e autostima hanno nella radice l’Io che dirige verso sè…perchè tutto parte da sè e sono unite dal comune senso di amore per la vita.
Parlo del sapersi nutrire di ciò che ci circonda, della Bellezza, di quello che ognuno di noi chiama Passione e che ci emoziona. In primis del nutrimento come cibo; tante persone se non costrette, mangiano in modo fugace e senza interesse, senza impegno, senza domandarsi di cosa hanno piacere, bisogno (per poi magari, quando si preparano un piatto di pasta, farsi un selfie e mostrarlo al mondo, aspettandosi un applauso interplanetare)- il nutrimento è la prima forma attraverso cui riceviamo sia la fonte di energia che di amore. Va da se che non sapersi nutrire o farlo in modo sbrigativo e trasandato è spesso indice di poco amore per se stessi. E l’autonomia implica il sapersi amare davvero come se l’Io fosse figlio, amante, genitore di cui ci occuperemo al meglio- Cosi come il prendersi cura amorevolmente della propria salute, non per obbligo ma per il piacere di stare bene e godersi la vita. Coccolarsi…
Ancora l’accortezza per il proprio ambiente, circondarsi di cose che sono significative e confortevoli come lo faremo con chiunque è importante per noi, avere cura di occuparsi delle proprie passioni e mantenerle, è darci amore. Trattarci bene, con rispetto, con costanza senza attendere Godot o che lo faccia qualcuno al nostro posto perchè non ne siamo capaci.
Quando non siamo in grado di amare noi stessi, di dircelo attraverso il dialogo interiore, con le azioni o sorridendo semplicemente quando pensiamo a noi, ci manca una parte dell’autonomia essenziale, perchè per arrivarci occorrerà o che accada qualcosa di importante, spesso serio nella nostra vita o cercheremo qualcuno a cui aggrapparci che ci sostenga, delegando facilmente al prossimo una competenza che spetterebbe a noi. Non amarci in senso narcisistico per l’urgenza di un approvazione, quanto in modo silente e delicato, dicendolo solo a noi.
Amare se stessi significa gioire della grazia del mondo (parola estinta ma infinitamente dolce), del proprio mondo interiore senza doverlo condividere in modo compulsivo, pur sapendo quanto sia bella la condivisione. L’epoca tecnologica ha soppiantato la capacità e la meraviglia dell’introspezione, del parlare, guardare, sentire dentro di se. Mi sorprendo quanto sia difficile oggi un percorso che due secoli fa dominava la cultura e mi spaventa ancora di piu che per le generazioni attuali il modo di vivere odierno sembra essere stato sempre così.
Il malessere è pandemico: se quella voce interiore viene taciuta, si può persino vivere una vita intera in tal modo, con lo spirito critico dormiente e la sensibilità offuscata. Quello che resta alla fine è un individuo molle, assoggettabile. Perchè come diceva la Fallaci:” un uomo senza passione è un uomo pericoloso, non si indigna, non ha niente da perdere”.
La vera autonomia io la vedo come una schiena dritta, il contrario come una ripiegata su di se…è il potere di dirigersi verso i nostri obiettivi, ascoltando più noi stessi che il fragore della vita esterna. Solo trovando questa libertà interiore possiamo avvicinarci all’ armonia e rasentare la felicità in quegli istanti che per caso o per nostro volere, sappiamo costruire. E per diventare uomini autonomi e liberi ci vuole coraggio, quello di guardare e cambiare dentro.
“Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio” (Pericle)
Rebecca Montagnino
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