IL NUMERO DI DUNBAR E GLI AMICI DI FACEBOOK
Ho trovato un servizio molto interessante sul “numero di Dunbar” e il concetto di amicizia:
Qual è il significato dell’amicizia su Facebook: Numero di Dunbar
L’amicizia non è solo un fattore indispensabile per la buona salute psicofisica dell’individuo, ma anche un fattore costituente della sua identità personale e del suo senso del sè.
Facebook ha esteso l’applicazione del termine ‘amicizia‘ al web, ma ne ha alterato il significato trasformando i semplici contatti in amici.
Il filosofo Stefano Morigi ne ha parlato presentando il libro dell’antropologo e psicologoRobin Dunbar “Di quanti amici abbiamo bisogno? – Cortina editore”, che descrive non solo i vantaggi di avere buone relazioni ma anche i loro costi in termini di impegno necessario a mantenere la loro qualità nel tempo.
La differenza tra un amico e un conoscente non è solo definita dalla profondità della relazione reciproca, ma anche da quanto due persone sono disposte a fare (concretamente) una per l’altra.
Nel 1998 Robin Dunbar pubblicò uno studio ‘The Social Brain Hypothesis‘ nel quale sostenne che l’evoluzione ha calibrato la neocorteccia cerebrale per gestire un numero di relazioni sociali non superiore a 150. Egli studiò inizialmente gruppi di scimpanzè impegnati nell’attività di spulciamento (grooming) e notò che i membri potevano anche cambiare gruppo ma il numero massimo di membri del gruppo non cambiava. Allora studiò la formazione di comunità umane nel Neolitico e ne dedusse che 150 è il numero medio di relazioni in un gruppo che ha un forte incentivo a rimanere unito per motivi di sopravvivenza (come una tribù o un villaggio).
Questo numero, detto ‘numero di dunbar‘ non può essere superato a causa del deterioramento dei rapporti esistenti dovuto all’assenza di interazioni. Nella cerchia sociale di ogni individuo esistono vari gruppi con diversi gradi di intimità e frequenza di contatto: dal gruppo più intimo a quello più allargato dei semplici conoscenti.
Secondo Dunbar l’espansione delle cerchie avviene secondo un multiplo di 3-3,5: se il primo gruppo è composto di 5 persone (i familiari più stretti) il secondo gruppo sarà composto di altre 10 persone (che sommate alle precedenti fa 15) e così via. Ecco un’ipotesi di composizione di un gruppo sociale:
- 1° gruppo: max 5 persone con rapporti quotidiani (nucleo familiare)
- 2° gruppo max 15 persone (compreso il gruppo precedente) con rapporti settimanali (parenti di 2°grado e amici)
- 3° gruppo max 50 persone (compreso il gruppo precedente) con rapporti mensili (amici)
- 4° gruppo max 150 persone (compreso il gruppo precedente) con rapporti annuali (amici e conoscenti)
L’attivista americano Randall Jamrock, riflettendo sulla necessità di creare nuove comunità più ecosostenibili e fondate su relazioni autentiche, si è imbattuto sui fondamenti antropologici del numero di Dunbar. Nel Neolitico le comunità agricole erano basate su principi di ecosostenibilità oggi perduti, in particolare: le comunità erano piccole, le relazioni tra i membri più strette, il bisogno di solitudine rispettato. Secondo Dunbar i limiti cognitivi dell’essere umano non consentono di creare relazioni significative stabili oltre un certo numero (150). Tale numero, secondo Jamrock, dovrebbe essere considerato un vincolo se si vogliono costruire comunità etiche, sostenibili e resilienti, e quindi è necessario tentare di utilizzare le nuove tecnologie del Web 2.0 (i social network in particolare) per progettare una vita sociale in cui le relazioni interpersonali abbiano una autenticità e profondità tali da costruire comunità sociali coese con la capacità di implementare soluzioni nei confronti della triplice minaccia di: caos climatico, esaurimento delle risorse, rischi indotti dal sistema finanziario globale.
Jamrock ha prima esaminato la propria comunità sociale per valutare la qualità delle sue relazioni con lo scopo di creare successivamente un social network con relazioni migliori e meno alienanti. Per far questo ha creato uno schema, la Permadunbar Spiral (mostrata nel box sottostante), nel quale inserire i membri con i quali si hanno frequenti contatti, dai più lontani ai più vicini al centro della spirale, secondo i seguenti criteri:
- senti di non aver più nulla da dirgli (ma anche: senti che non hanno più nulla da dirti)
- sai che puoi sempre contare su di loro
- che ti ascoltano e condividono con te (i pensieri più intimi)
Robin Dunbar ha condotto delle ricerche per stabilire se il numero di Dunbar può applicarsi anche ai social network.
I dati di effettivo uso di Facebook mostrano che il numero medio di friends è di 150-250. Occorre ricordare che il numero di dunbar pari a 150 è un numero medio sull’intera popolazione. Possiamo arguire che coloro che hanno su Facebook più di 150 amici avranno relazione meno strette e frequenti.
- Luca Pani (2 febbraio 2014) Troppo facile dire amici – Sole24ore
- Robin I.M. Dunbar (1998), The Social Brain Hypothesis – Evolutionary Anthropology
- Robin I.M. Dunbar (1998), Social cognition on the Internet: testing constraints on social network size
- Max Planck Gesellshaft (2003), The benefits of social grooming
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