IL CORPO TRADITO
Sembra un grande paradosso che nell’era del narcisismo, dove troneggia il culto dell’immagine, il corpo sia così dimenticato.
Ma cos’è per noi il corpo? Che significato gli diamo, quale valore detiene nella nostra vita?
Da alcune ricerche è stato dimostrato che le prime associazioni che vengono fatte più comunemente rispetto alla parola CORPO, riguardano la salute e l’estetica. La salute perché ci occupiamo del corpo in effetti quando si ammala o quando dobbiamo “prevenire” ( fare analisi che attestino non tanto che è in salute, quanto che non è malato) Eppure sono moltissimi i malesseri che alterano le funzioni più basilari del corpo, dall’alimentazione, al sonno, ai problemi legati alle funzioni digestive, alla respirazione.
L’estetica quasi mai in realtà, è amore per il corpo, se consideriamo che per curarne l’immagine lo si sottopone a tutta una serie di espedienti che ne trasformano o ne sconvolgono la naturalezza.
Lo stesso sport che rientra scientificamente tra le migliori risorse per una buona forma fisica e mentale, spesso viene praticato tramite attività estenuanti e stressanti, che tendono a modellarlo secondo i canoni della moda attuale, molte lontane dal concetto di ben-essere.
Il corpo in realtà non mente. Esprime molto più delle parole i nostri stati di tensione, le resistenze, i blocchi, le paure che abbiamo a livello psicologico ed emotivo. Si può constatare una precisa rispondenza tra un dato blocco emozionale e un dato blocco muscolare. Entrambe sono infatti il risultato di una cristallizzazione dell’atteggiamento psichico e somatico dell’individuo in senso difensivo, che sfocia in un attitudine angosciosa per mantenere l’autocontrollo.
Furono i seguaci di Freud a ridare al corpo la sua dignità, come W.Reich che studiò come l’energia vitale veniva inibita dalla malattia psichica. Egli considerava la pulsazione ( cioè un’alternanza di espansione e contrazione), il principio funzionale fondamentale di ogni organismo vivente.
L’esigenza di reprimere gli impulsi emozionali determina infatti nell’individuo represso, una serie di rimozioni e blocchi emozionali che si organizzano in una vera e propria corazza caratteriale. A livello somatico, l’esigenza di reprimere gli impulsi e le sensazioni fisiche associate alle emozioni, si esprime e determina l’alterazione della funzione respiratoria e la formazione di una serie di blocchi che si organizzano in una corazza muscolare. Secondo lui quindi, corazza caratteriale e muscolare si corrispondono
Ancora A.Lowen, fondatore della terapia bioenergetica, diede risalto al corpo ed al suo linguaggio. La bioenergetica in fondo nasceva sia dagli studi di Reich, che dall’analisi dei chakra, creandone un adattamento terapeutico molto ampio. Tale metodo adottava tecniche di respirazione ed esercizi fisici, per reintegrare un funzionamento corretto dell’energia tra mente e corpo. Il malfunzionamento si era creato in origine da blocchi emotivi che avevano a loro volta provocato dei blocchi/contratture muscolari.
Da allora gli studi sul corpo da parte degli psicologi si sono distinti tra coloro che analizzavano il linguaggio non verbale, che non è esattamente un linguaggio del corpo, quanto uno studio del significato di gesti, attitudini che esprimono tratti del soggetto a lui inconsci. Accanto, sono aumentate le tecniche che invece, più di orientamento bioenergetico, hanno integrato esercizi di training autogeno, rilassamento e meditazione.
Se domandate ad un soggetto di camminare naturalmente, spesso noterete un momento di squilibrio, è come se avesse perso la sua andatura normale e il riportarlo ad uno stato di naturalezza, richiede un riassestamento, interiore e ed esteriore, talvolta destabilizzante. Una delle prime cose che faccio in terapia è far respirare le persone, sia con la respirazione yoga pranayama o semplicemente quella addominale: rivelano immediatamente la difficoltà enorme di riattivare il diaframma e scatenano contemporaneamente ad un senso di sollievo, un flusso emotivo rimasto bloccato fino a quel momento. La ragione più importante di una respirazione ridotta è il bisogno di troncare emozioni sgradevoli ( o rimosse), impedendo il sorgere di qualsiasi sensazione nella pancia ( che non a caso anche o si riempie o si svuota troppo di cibo). ” C’è solo un maestro al mondo che dimostra la respirazione corretta: un neonato in buona salute. Guardando il suo viso rilassato, ci rendiamo conto che abbiamo dimenticato anche di respirare bene.” (S.Venkatesananda)
Nei sogni degli individui ricorrono di frequente sensazioni di caduta. Il cadere infatti, come il “cadere innamorati ” o addormentati, implica l’abbandono, che un soggetto che sente di dover trattenere sensazioni ed emozioni, non può permettersi.
Spesso le persone si definiscono assenti o poco presenti, senza rendersi conto che sono poco presenti soprattutto nelle sensazioni del loro corpo.
Da bambini infatti, se non riceviamo un ambiente che ci cura con calore e si manifesta con l’affettività fisica, finiamo con il provare sentimenti di vergogna per tutte quelle sensazioni che invece cercano quel piacere. Da lì blocchiamo sia la ricerca del piacere, sia l’aggressività, perche proviamo desiderio e rabbia verso quello che ci manca. Ma per evitare i sensi di colpa e il rifiuto, congeliamo quindi le nostre emozioni. La volontà finisce con il dominare perciò il corpo, così da evitare l’espressione di tutti quei sentimenti. Anzi la manifestazione dei sentimenti negli altri, soprattutto la manifestazione fisica di suddette sensazioni (pianto, sudore…) può arrivare a provocare imbarazzo e avversione.
Il corpo viene quindi ignorato, tradito, ci si rivolta contro, con diete per modellarlo, vestiti per nasconderlo. In tal modo resta sempre e solo un oggetto dell’Io e non può godere del piacere di un corpo vitale.
Secondo Lowen” Il corpo vitale ha vita propria, ha una motilità indipendente dal controllo dell’Io, che si manifesta nella spontaneità dei gesti e nella vivacità dell’espressione. Freme, vibra, risplende. La prima difficoltà che si riscontra con pazienti in cerca di identità, è che il loro corpo manca di vitalità e non ne sono consapevoli. Lo pesano e lo misurano e lo paragonano a forme ideali, ignorando completamente che ciò che è importante è come si sente il corpo.”
L’ io infatti cresce tramite la percezione del corpo e delle sensazioni che esprime. Se un bambino sente che deve inibire le sue manifestazioni fisiche o l’espressione dei suoi sentimenti, manipolerà l’ambiente e se stesso, per restar fedele all’immagine e considererà questo, come la sua identità.
Il senso dell’identità è basato sulla consapevolezza del desiderio, sul riconoscimento del bisogno e sulla percezione della sensazione fisica. Quando un paziente dice: -non so chi sono- dice in effetti-non so cosa sento, cosa voglio o di che cosa ho bisogno-“
Rebecca Montagnino
W.Reich Analisi del carattere
– A.Lowen Il tradimento del corpo
– A.Lowen li linguaggio del corpo
– S.Venkatesananda, Yoga
Non posso che concordare con il concetto di tradimento del corpo. Personalmente, ritengo molto piu’ valido l’approccio fornito dalla filosofia asiatica dove risulta abbastanza incomprensibile come si ritenga di aver cura del corpo sottoponendolo continuamente a fatiche al limite della sopportazione al fine di incrementare la potenza o la resistenza o l’apparire. Per i cinesi, e per gli asiatici in generale, per la cura del corpo e’ molto piu’ utile un massaggio o anche un sistema di ginnastica non strassante come il Tai Chin nel quale vengono eseguiti movimenti “per non far arrugginire” ma in maniera lenta, stimolando la coordinazione e il rilassamento psichico. Oggi – nella societa’ occidentalizzata – cura del corpo e’ sinonimo di palestre, fatica, sudore, lampade abbronzanti e integratori di vario tipo. E’ addirittura unanimente diffuso il concetto che per dimagrire bisogna andare in palestra e bruciare calorie senza pensare che la capacita’ previsionale del nostro corpo fa, in questi casi, aumentare la fame innescando un circolo vizioso utile solo a far crescere i redditi delle palestre e del loro indotto. Estremizzando il concetto per una maggior comprensione si potrebbe dire: “Se qualcuno vi dicesse che per far durare di piu’ il motore della vostra automobile dovete spingerla spesso al massimo e sforzarla in continuazione, gli credereste?”