FAST FOOD DI EMOZIONI

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Cosa più di Facebook ha creato un cambiamento così veloce e forte nei costumi sociali nella storia dell umanità?  Progressi importanti e  innovazioni hanno sempre avuto un processo di insediamento più lento all’ interno della società, gli effetti hanno avuto modo di essere elaborati di conseguenza più lentamente.  Facebook no. E’ stato un uragano. Epidemico, isterico, quello che ha provocato nelle nostre vite lo stiamo ancora scoprendo senza esserne del tutto coscienti. O peggio non lo si è per niente. Talmente è compulsivo e invadente il suo utilizzo.

E nato solo nel 2004 e oggi ha un fatturato di 17,93 miliardi di dollari. Conta 12,691 dipendenti. Un impero insomma, che comprende Whatsapp Instagram, ovvero mezzi di comunicazione che si usano in tutto il mondo. A dire il vero e fa paura, 1,65 miliardi di utenti, cioè quasi 2/7 delle persone sulla terra, se si escludono poi bambini troppo piccoli o anziani troppo avanti con l’età. Circa  1,09 miliardi di utenti si connette al social almeno una volta almeno una volta al mese. Il 66,1% si connette quotidianamente ( grazie  ai dispositivi mobili).  In estate si assiste ad un aumento del 15% delle condivisioni ( non commento il perchè di tale fenomeno…ma credo sia evidente) per un totale di 8 miliardi di video al giorno…in pratica come potrebbe essere meno condizionante il cambiamento?

Ho usato i numeri perchè sono innegabilmente il modo più chiaro per capire un fenomeno, numeri il cui significato sfugge a chi lo usa ed  hanno una valenza troppo condizionante per non essere debitamente valutata.

Sono infiniti i cambiamenti che ha provocato di conseguenza nella nostra vita. Molti li abbiamo evidenziati negli articoli precedenti. Ovviamente la premessa é sempre  che l’uso di un prodotto dipende sempre da chi e da come lo si  usa. Il problema é che di Facebook se ne abusa quasi sempre e solo, che siamo invasi e cambiati già in modo irreversibile dalla sua popolarità.  Se non hai un profilo oggi non sei nessuno, se hai invece 112 milioni di like ti chiami Cristiano Ronaldo.

Quello che mi preme qui é rilevare come é cambiato il concetto di privacy ed intimità nel modo di condividere. Non c ê più nulla che viene tenuto per se, contenuto si potrebbe dire; pensato, elaborato o  trattenuto dentro,  quell’attimo necessario di  condivisione  prima di tutto e a volte solo con se stessi. Facebook é la condivisione compulsiva della propria interiorità, che siano drammi, sofferenze o semplici esperienze di vita  personali e quotidiane (fatte passare come l’evento dell’anno), tutto viene vomitato in rete. Rubato così all’anima, talvolta rubato al post di un altro profilo senza dichiararne la proprietà, abrogando in tal modo lo spazio intimo interiore o  peggio violando quello altrui.

C’è un’altra cosa. E’ impossibile non avere amici. Non puoi girare per fatti tuoi, che ti invia la richiesta e peggio la invia senza che tu vuoi magari a chi conosci…E’ impossibile comunicare senza che qualcuno lo sappia. Provate. Non lo permette. Infatti è la manna per gli asociali o per coloro che hanno disagi di comunicazione e relazione, ma una prigione o una trappola per gli amanti della solitudine e della riservatezza. Scusate se ho usato un termine antico…

Una volta il telefono era fisso in una stanza, dove tutti potevano sentire le nostre conversazioni, le confidenze erano un dono e non un bidone della raccolta differenziata. Esisteva un tempo prezioso per darsi agli altri e le nostre emozioni venivano protette e non date in pasto al mondo.

Molti sono oggi coloro che iniziano a capire i danni sulla privacy, sul proprio benessere ed usano Fb in modo parsimonioso, scegliendo a chi svelarsi, selezionando il pubblico in questione. Non parlo di amicizie date o tolte con un click, ma della remota e genuina voglia di cercare le persone giuste, magari in carne  ed ossa con cui condividere la vita e le proprie esperienze. Esiste ancora quell’antico e obsoleto modo di conoscersi e viversi. Fb è un fast food invece emotivo, si consuma in fretta, spesso   spazzatura. Sensazioni che si gonfiano e si sgonfiano davanti ad un pubblico affamato di entrare nella vita altrui. Questo voyeurismo emotivo è diventato normalità. Lo spionaggio su rete un happening sociale. Identità che sono una nella realtà, una diversa nella rete la costante umana. L’incertezza nascente e angosciante di chi siamo e di chi abbiamo difronte un’ansia naturale.

Quante emozioni e comportamenti patologici ha attivato, considerando che molte delle nuove dipendenze hanno la parola facebook nella definizione?

Sta tuonando un bisogno crescente di riscoprire il dialogo interiore, dove  prima di tutto ci si relaziona con se stessi, si parla a Sè. Quello spazio intimo in cui ciò che si sente viene prima svelato interiormente, poi agli altri.  Sono nata quando Facebook non c ‘era e il comunicare quanto il relazionarsi  aveva un senso diverso più intimo e sacro. Dove i like e i follower erano reali e non un cuoricino disegnato. Giuro che era più soddisfacente. Nel mio tempo le persone mangiavano senza dover fare la foto e mandarle  in mondovisione, si guardavano e non avevano gli occhi sullo smartphone. I bambini giocavano!!! I “grandi” non ti tempestavano per sapere se la scelta dei capelli o dei mobili era giusta, facevano acquisti in silenzio, senza avere il benestare di centinaia di amici. Non eri sommerso dalle loro vacanze, dalla domanda aggressiva se ti piace quello che stanno facendo. Vivevano comunque e forse meglio. E non è preistoria.

Oggi si parla infatti di pentiti di Facebook, per indicare coloro che hanno riscoperto che la vita non è lì, ma fuori di lì…coloro che hanno deciso di agire piuttosto che aprire le notifiche altrui. Credo che questo basti per attivare qualche buona riflessione…

  • Dott.ssa Rebecca Montagnino

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Una risposta

  1. www.fabtravel.it ha detto:

    Una delle caratteristiche( odiose) di feisbuch èauella che di non poter esprimere il proprio dissenso ma solo cliccare il tasto mi piace. Questa caratteristica è molto legataval successo dato che ogni giudizio negativo inevitabilmente si arena perché dovrebbe essere scritto a parole e risulta perdente contro un mi piace che si può dare velocemente senza dover pensare e spiegare. È evidente come ciò si presti particolarmente ad essere un arma di governo che utilizzata oporunamente da chi sa tirare i fili giusti riesce addirittura a far scoppiare primavere rivoluzionarie ed abbattere governi in carica da anni portando zero benefici alla popolazione fomentata. Il sogno americano di avere tutti schedati e controllati automaticamente ed in ogni momento, cosa più di feisbuch realizza il sogno della CIA?
    Dato chi c’è dietro a sostenere questa immensa mole di dati è difficile che e già i tempi delle mode e scompaia. Non ce ne libereremo mai e sara sempre più invadente. Non serve molta immaginazione per concludere che al posto delle foto ci saranno dei video e poi dei video in diretta magari filmati da casa come un immenso grande fratello.
    Liberarsene? Quasi impossibile, forse usando la loro stessa arma terroristica e facendo girare la voce che feisbuch sul telefono riesce ad attivare l’audio e sentire quello che stai dicendo cosi come sa dove sei in quel momento…. Ma è difficile competere con chi le bufale le spara di professione….

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