BUONI PROPOSITI PER IL NUOVO ANNO: USIAMO BENE IL NOSTRO CERVELLO

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                              “Un atteggiamento positivo non significa vedere sempre il bicchiere mezzo pieno,

                                    ma porre la domanda “Dove sono tutti gli altri bicchieri?” R.Bandler”

 

Non è un augurio, nemmeno un desiderio, è una necessità. Se pensiamo che la nostra vita dipende da come stiamo psicologicamente, forse spendere un post sull’argomento potrebbe essere d’aiuto. (Perchè la cosa più brutta se percepita meglio  cambia la nostra visione, quanto la cosa più bella se percepita male rende pessima la nostra risposta)

Partendo dal dovuto presupposto che alla base ci debba essere una coscienza di se, una consapevolezza discreta, una conoscenza del proprio Io abbastanza elevata, molti dei nostri problemi dipendono da un meccanismo psicologico, quindi mentale, che ad un certo punto si inceppa. Spesso l’ho definito schema; uno schema è un insieme di convinzioni sepolte nell’inconscio che adoperiamo per difenderci dal mondo anche quando non servono più o non servono  a niente, anzi anche quando sono totalmente disfunzionali. Questi schemi distorcono la rappresentazione che abbiamo della realtà. Così il senso critico fa a farsi “un giretto” ed  entriamo in una nostra realtà: chiusa, orrenda, negativa, senza via di scampo.  E stiamo male, senza capire che ci siamo intrappolati da soli. Perdiamo il lume del nostro potere, potere nel senso di poter agire sul mondo, perdiamo l’obiettività degli accadimenti. Se qualcuno ci mostra l’irrazionalità dei nostri ragionamenti, reagiamo con aggressività, tenendoci ben stretti quegli schemi maladattivi che  conosciamo bene e in cui  ogni tanto amiamo crogiolarci, un pò come la coperta di Linus.

Quando le informazioni arrivano nel nostro cervello dall’esterno, confrontiamo la loro origine con esperienze emotive già vissute. Il tutto avviene in una piccola splendida ghiandola chiamata amigdala. La risposta dell’amigdala arriva in un quarto di secondo, un tempo assai breve per poter davvero comprendere la verità della risposta e soprattutto per discuterne con i lobi frontali (zona del cervello deputata alla riflessione e al giudizio morale). La risposta anche se disfunzionale scatta quindi veloce, facendoci perdere quel barlume di intelletto che ci resta ancora.  Siamo così in balia della nostra emotività, nonchè della più irrazionale illogicità. Alcuni trovano a questo punto risposte “razionali” adattabili al contesto, si arrampicano sugli specchi delle loro paure pur di far valere la ragione, che non c’è, alla loro reazione. Giustificano perciò l’origine del loro problema senza accorgersi che stanno valutando la situazione in base a sistemi di difesa arcaici, obsoleti e limitanti. Il nostro cervello è stupido perche preferisce fare la stessa strada seppur sbagliata, piuttosto che voltare verso una strada nuova e anche più utile. Oppure presentano una consapevolezza ad intermittenza, come l’ho altrove definita arrivando a svolte che vengono poi rinnegate subito dopo.

In realtà basterebbe correggere quel piccolo ingranaggio che ci fa vivere male, ci sottopone a stati di ansia, ci  fa vedere tutto nero, ci rende intollerabili nelle relazioni. Semplicemente per vivere meglio.

Conoscere quel meccanismo è come quando si studia l’aspetto teorico di qualsiasi argomento, serve ad aiutarci successivamente nella pratica, perchè diveniamo coscienti del funzionamento e possiamo agire diversamente.

Attivare la curiosità per scoprire che ci sono altri punti di vista, angolazioni, diventare mentalmente flessibili ci apre a possibilità di risolvere situazioni che fino a quel momento ci sembravano porte sbarrate e ci rende capaci di risolverci interiormente.

Richard Bandler pioniere assieme a Jhon Grindler della PNL afferma :”Cio che ci imprigiona è il modo in cui percepiamo il mondo. E il vostro mondo lo percepite attraverso i limiti dei vostri pensieri. Molte persone imparano a pensare alle cose in termini di bianco e nero, senza rendersi conto mai del fatto che ci sono molti modi di vivere lo stesso evento (LA MAPPA NON E ‘ IL TERRITORIO)

Alla lunga questo tipo di lavoro, che altro non è che riflessione,  mettere in discussione le proprie convinzioni,  incide sull’amigdala rallentando i processi di risposta maladattiva. Il meccanismo va prima conosciuto, riconosciuti poi gli schemi, abbreviando così il tempo di risposta che a quel punto può anticipare la reazione solitamente  disfunzionale, attivandone altre più funzionali.

Molti si struggono cercando di capire cosa sia più giusto o più sbagliato, aspettando che cada loro dal cielo la risposta. Basterebbe comprendere  se quel che pensiamo è utile.

A volte il solo pensare a diverse possibili reazioni/soluzioni  schiude la mente e provoca un senso di sollievo. Di apertura e liberazione. Quando pensiamo diversamente, ci sentiamo diversamente, modifichiamo la chimica del nostro cervello e quella del nostro corpo. Siamo noi che scegliamo come vivere, come pensare, cosa mettere in un cassetto, cosa mangiare e cosa mettere nella nostra testa. Se la usiamo come un bidone della spazzatura non potremo mai star bene. Siamo noi che scriviamo la nostra storia e soprattutto il modo in cui vogliamo percepirla.

Spesso sento dire non ho avuto tempo per lavorare su di me…Ma cosa c’è di più prioritario? Non solo..non occorre Un momento in particolare, ma è qualcosa che viene fatto mentre si vive, si pensa, si sente. Non bisogna stare sdraiati a meditare sul letto osservando il soffitto. Capire come funzionano i nostri meccanismi è un tempo importante da “sprecare”, semplicemente perchè  questa piccola cosa può  creare  un  differenza qualitativa  enorme nella nostra vita.

Talvolta si sente dire: un giorno riderai di questa storia, quello che mi domando io è:  perchè aspettare?”R.Bandler

BUON  ANNO  A  TUTTI….

Rebecca Montagnino

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Pnl è libertà, R.Bandler’,
  • Usare il cervello per cambiare, R. Bandler

 

 

 

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