Sull’autostima…e il rispetto di se’
La settimana prossima ci sarà il corso sull’autostima…ci tengo, è uno degli obiettivi del processo terapeutico (non solo.. direi che è quella cosa senza la quale si vive davvero male; si sopravvive, ci si accontenta , si vive al di sotto del proprio potenziale, si rinuncia..aggiungerei dopo ieri che è un vizio ancora molto italiano).
L’autostima non è qualcosa che sta fuori, quanto dentro di noi. Non sta nell’avere o nel “fare” solo, quanto nell’essere.
Se non ho autostima non raggiungo i miei obiettivi, non so farmi rispettare, non so difendermi, non so uscir fuori dalle mie convinzioni limitanti, non so valorizzarmi, nè fare in modo che gli altri lo facciano, non so amarmi , non so star bene in compagnia di me stesso. Non è una gita, ma un viaggio. Anche per me è stato faticoso ed è tuttora un work in progress…
Di certo non è un viaggio facile, considerato però che abbiamo di sicuro questa vita per percorrerlo, vale la pena farlo. Piuttosto che voltarsi a 80 anni rivedere quanti rammarchi e rimpianti abbiamo accumulato, vale la pena guardare in alto.
Ce la dobbiamo dare quest’ opportunità e la dobbiamo dare ai bambini, a quelli che vivono con noi. E’ vero ci vuole anche molta resposabilità, ovvero la capacità di far fronte alle nostre azioni. E’ anche bello prenderci carico di noi stessi
Ci vuole consapevolezza. E’ bello stare nella ricerca continua di chi siamo.
Quello che ho scoperto nel tempo e nella mia professione è quanta paura si ha di elevarsi nella vita, nel senso di crescita, di sforzi, di lotta, di impegno. C’è la pigrizia che l’ostacola, c’è la paura di perdere la propria identità e la propria appartenenza al gruppo, c’è la paura di essere felici. E’ incredibile, assurdo, ma si ha davvero paura di valere tanto, quanto di valere poco.
E come dice Nathaniel Branden ne ” I sei pilastri dell’autostima” ..”Se i miei difetti mi pongono il problema dell’inadeguatezza, i miei pregi mi pongono la sfida della responsabilità. Il peggior crimine che possiamo commettere contro noi stessi non è negare i nostri difetti, ma la nostra grandezza perchè ci spaventa. Se una totale accettazione di noi stessi non evade il peggio che c’è in noi, non evade neppure il meglio”.
Reb
La ricchezza di una persona è data dalle cose che crea e dalle azioni che fa. L’autostima è alla base del processo: un processo che inizia dalla definizione di ricchezza fino al suo conseguimento concreto… le opinioni che si creano e sviluppano sono scelte, il cui 90% dei casi – gli affetti da bassa autostima – sono delegate al resto il mondo.