A PRESCINDERE: le regole interiori e l’assertività
La disregolazione emotiva è il disturbo o la difficoltà di dare risposte emotivamente equilibrate alla situazione. In quest post invece parleremo della difficoltà di seguire le regole tout court, anche in riferimento all’articolo precedente sulla società fragile. Quindi una disregolazione più ampia che non riguarda tanto la parte emotiva, quanto alla difficoltà di darsi degli obiettivi e mantenere una forma di disciplina in generale .
Lo abbiamo visto e letto svariate volte quest’estate quanto sia difficile seguire le regole a proposito della necessità di indossare le mascherine, regola in questo caso semplice ma necessaria per la sicurezza di sè stessi e degli altri. Al di là del negazionismo e di come sia stato manifestato e delle proprie opinioni sull’argomento, abbiamo appurato che se c’è una regola, che non lede la propria libertà ma peggio la salute del prossimo, non viene comunque seguita. Anzi…proprio perchè non tocca la propria persona diviene ancora più difficile vederne l’importanza. Oltre a realizzare quanto manchi il rispetto e la considerazione della persona dell’altro, ciò che è emerso è la costatazione del non riconoscimento dell‘Autorità da parte delle generazioni più giovani.
Il fenomeno ha destato stupore, eppure è visibile ogni giorno la vastità del problema e per chi segue da vicino il comportamento delle persone, probabilmente la sensazione è stata invece di prevedibilità. Siamo passati da una vita fatte di norme severe in cui la manifestazione dell’autorità era rigida, verso una in-disciplina interiore ed esteriore.
I genitori si lamentano, quasi tutti, che non riescono a farsi obbedire dai figli; farli mangiare ciò che dovrebbero, farli spegnere i dispositivi all’ora stabilita, o mandarli a dormire all’ora in cui sarebbe opportuno. Quando crescono si lamentano che non riescono a farli mettere in ordine la stanza, a rifarsi il letto, semplici e poche regole in fondo, se paragonate a quante erano quelle di venti anni fa. Lo stesso problema se lo ritrovano poi gli insegnanti che non sanno più gestire le classi e trovano ragazzi che non hanno mai incontrato il concetto di autorità e pertanto non sanno rispettarlo. E’ proprio il rispetto che negando l’autorità e abolendo la linea che segna la differenza di ruoli nei rapporti, è venuto a mancare. La sensazione è che ci sia una paura nel profondo ad affermarsi come figure educative, paura di esser detestati, di traumatizzare, accanto ad un bisogno eccessivo di farsi amare e non essere odiati. Di conseguenza si concede a sè stessi un pò troppo, indebolendo volontà e principi; tale labilità fa si che non si è più modelli credibili e affidabili da un lato e che le stesse indulgenze vengono concesse anche a chi ci circonda. La stessa psicologia sta facendo un passo indietro in questo senso, evidenziando che i pericoli di un iper protezionismo a livello educativo sono in realtà maggiori di quelli che si pensano. Ciò di sono carenti in genere le persone, è un modello di rispetto in primis verso se stessi, inteso anche come capacità di darsi delle regole: se mi rispetto infatti trovo poi normale chiederlo agli altri con autorevolezza e assertività.
Proprio oggi mi è arrivato quest’articolo riguardo i primi esiti della ricerca su quanto l’essere troppo protettivi da parte dei genitori, aumenti la possibilità che i figli sviluppino disturbi narcisistici, non è quindi un’opinione personale quanto un dato di fatto.
Sempre riguardo la necessità di avere delle regole, osserviamo quanto cresce il numero degli addestratori di cani, che altro non fanno, se non insegnare l’assertività e a far comprendere che anche gli animali hanno bisogno di limiti sicuri e certi. Ancora aumenta il numero di personal trainer, nutrizionisti che oltre a far seguire percorsi sani, hanno in comune con tutte queste categorie un punto: insegnare la pratica della disciplina ed essere un referente per esercitarla.
Siamo arriviati infine a seguire gli influencer, a trovare persino più facile trovare qualcuno che ci insegni e ci indichi i nostri gusti personali
Al crescere della libertà individuale e con la scomparsa di valori e di regole, è venuta a mancare l’etica personale, ovvero la capacità di seguire principi interiori e solidi. Il locus of control difronte a tanta possibilità di scelta e di scegliere anche con il rischio di esporsi e di sbagliare, ha spostato l’asse sul controllo esterno, con la richiesta che l’autoregolazione venga gestita da terzi. Cioè meglio passivi che assertivi. Questo spiega la profusione del numero di categorie professionali che devono aiutare in qualche modo a regolare/controllare il comportamento, laddove da soli non si sa bene dove mettere mano.
Il negoziare troppo con sè stessi e con gli altri, l’attendere che arrivi l’input interiore per fare qualcosa, non funziona e se funziona la sua efficacia si spegne dopo poco tempo. La disciplina infatti è il decidere di fare qualcosa e farla, a prescindere se ci va. Non è una regola negoziabile a seconda delle circostanze e che dipende da quanta volontà ho in quel momento. E’ una forma apparentemente di rigidità, in realtà è una manifestazione del proprio potere personale. Implica che nel momento in cui decido di adottare un comportamento, lo eseguo con costanza e con la frequenza necessaria, abolendo scuse, procrastinazioni, debolezze che rigiro in continue giustificazioni sulla mia condotta.
Non vuol dire che non mi rispetto, perchè se invece soffro del problema opposto, è chiaro che adotto la strategia opposta, ovvero cerco di essere meno rigido e severo con me stesso. Mi ascolto e in quel caso è la morbidezza il mio obiettivo. Parlo di tutte quelle situazioni e sono tante, in cui la difficoltà sta nell’essere assertivo con se stessi e con gli altri. Si aspetta che cada dal cielo una motivazione che non scendendo, ci porta quindi a delegare un controllore esterno.
L’assertività presuppone un atteggiamento di calma perchè se si ha bisogno, quella capacità di disciplina è presente, non occorre forzarla, si ha acquisito una saggezza interiore che guida la nostra vita. Per arrivare a quel punto è necessario allenarla, anche quando manca la motivazione, a prescindere da qualsiasi circostanza. Just do it…è il primo passo per conquistarla assieme ad una solida autostima, perchè so essere assertivo, alla fine manco a me stesso, manco nella mia dignità.
Negli ultimi anni lavoro sempre di più sul tema dell’assertività in cui credo profondamente proprio perchè ha cambiato molto la mia vita e la migliora di continuo. Se sei interessato all’argomento, il 10 ottobre e il 25 terrò in due parti un webinar sull’argomento; per ulteriori informazioni e prenotazioni scrivimi pure..
just do it now!!!
Rebecca Montagnino
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