SULL’INCERTEZZA DI OGGI…
Da ” LA SOCIETA’ INDIVIDUALIZZATA”, Zygmunt Bauman
“..l’Altro è una fonte potenziale di esperienze gradevoli: per quando possa essere efficace in altri ambiti questa nuova pragmatica non è in grado di generare legami durevoli e certamente non i legami che si presumono durevoli e che sono trattati come tali. I legami da essa generati incorporano il principio del “fino a nuovo avviso” e del “disimpegno discrezionale” e non promettono nè la concessione, nè l’acquisizione di diritti ed obblighi.
..in questo mondo tutto può accadere e tutto può essere fatto, ma nulla può essere fatto una volta per tutte, tutto quello che accade giunge inaspettato e si dilegua senza preavviso. In questo mondo i legami tra gli esseri umani sono frazionati in incontri sequenziali, le identità in maschere indossate una dopo l’altra, la biografia in una serie di episodi che durano solo nella memoria parimenti effimera.
..Nel mondo c’è poco dunque che si possa considerare solido e affidabile, nulla che sia paragonabile a una solida tela in cui tessere il percorso della propria esistenza.
Le identità umana si frantumano in gallerie di istantanee ognuna delle quali deve evocare, veicolare ed esprimere il proprio significato, nella maggior parte dei casi senza alcun riferimento ad altre istantanee.. invece di costruire gradualmente e pazientemente la propria identità in maniera in cui si costruisce una casa, attraverso la lenta aggiunta di soffitti, pavimenti, stanze, corridoi, si sperimenta una serie di “nuovi inizi”; forme assemblate sull’istante e tuttavia facilmente smantellate, dipinte l’una sul’altra : un‘autentica identità palinsesto . Questo è il tipo di identità adatto ad un mondo in cui l’arte di dimenticare non è una risorsa egualmente, se non più importante, dell’arte di ricordare, in cui dimenticare più che imparare è la condizione dell’idoneità costante e in cui la memoria stessa è come una videocassetta, sempre pronta ad essere cancellata per accogliere nuove immagini.
Queste sono alcune delle dimensioni , anche se certamente non tutte, dell’incertezza postmoderna. Vivere in condizione di incertezza schiacciante, perpetua e autoperpetuantesi è un’esperienza snervante; si rabbrividisce di fronte alle possibilità infinite, come si esita al cospetto della scelta, si trema al pensiero che le ragioni sensate di oggi possano dimostrarsi errori…
Incertezza, esitazione, mancanza di controllo: tutto ciò sfocia nell’ansia. Per quanto gradevoli posano apparire queste libertà sotto altri aspetti, molti trovano che il prezzo sia troppo alto da pagarsi a cuor leggero.
..”Ambivalenza”, “ambiguità”, “equivocità”: queste parole esprimono un che di misterioso ed enigmatico; inoltre segnalano un disturbo , il cui nome è incertezza, e uno stato mentale perturbato, detto indecisione o esitazione. Quando diciamo che certe situazioni sono ambivalenti intendiamo dire che non sappiamo con certezza quello che accadrà e che dunque non sappiamo come comportarci, nè siamo in grado di prevedere i risultati delle nostre azioni. Istintivamente o per abitudine acquisita detestiamo e temiamo l’ambivalenza, nemica della sicurezza e della fiducia in noi stessi.”
Z.BAUMAN
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