PIU’ LIBRI, PIU’ LIBERI…

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L’altro giorno mentre vagavo tra gli stand alla fiera dei libri, inebriata dai titoli, odori, colori, come una bambina al luna park, mi sentivo come mi sento solitamente a contatto con la lettura: appagata, a “casa”. I libri per me sono da sempre una tra le cose più preziose, sono degli amici, delle anime consolatrici, degli stimoli vivi. E’ un mondo e per me stare senza leggere anche dieci minuti al giorno, mi fa sentire un pò vuota..è come non mangiare. Con il gli anni mi accorgo, come accade a chi legge molto, che più leggo, più ci sono titoli che vorrei leggere. I libri, la letteratura davvero sono in grado di liberare la mente, pensieri, emozioni quando anche di aprire a nuove riflessioni e nuovi modi di vedere. Una frase può cambiare uno schema, una pagina uno stato psicologico, un libro a volte può trasformare anche la vita.

Nel mentre ero li, mi è arrivato sul telefono un messaggio con un link ( di cui ringrazio come sempre), che sposava molto bene l’atmosfera…https://portalebambini.it/scuola-dellobbligo-fino-a-18-anni-e-poi-tante-letture/.

Se avete letto e vi invito a farlo, l’intervento di Galimberti, spero concordiate sull’importanza della cultura e del sapere che, in questo paese in effetti, stanno sempre più scomparendo. Assistiamo a questo decadimento in ogni forma di cultura che sia cinema, teatro, lettura, che non solo pecca di originalità, ma di qualità; vediamo sempre le stesse cose, fatte pure male. E il gusto in questo modo si assottiglia, si adatta e si atrofizza. Come diceva A.Lowen una cultura malata, genera individui malati, figuriamoci se la cultura è assente o è scarso il suo valore.

Siamo uno degli ultimi paesi per la lettura. Raramente vedo persone sulla metro leggere qualcosa che somigli ad un libro, quasi sempre ciò che leggono (frettolosamente) è sul loro piccolo, ma prezioso telefono: non sono notizie, approfondimenti, letture (esiste difatti anche l’e-book per chi proprio non sa leggere, ormai altro che uno schermo), sono notifiche, messaggi, video, con poco spessore e senso. Cosa c’è di grave? Innanzitutto che la lettura di un libro, proprio perchè richiede tempo, ci dà la possibilità di entrare nella vita e nella mente di un personaggio, permettendoci così di sentire e percepire situazioni e mondi diversi da noi; ci consente di vagare lentamente e con profondità nella sua psiche, scoprendo che la diversità può esserci di grande aiuto per comprendere meglio gli altri e non essere autoreferenziati. Ci sono città in Europa non solo dove la gente legge libri mentre viaggia sui mezzi pubblici, ma ci sono panchine nei parchi, dove le persone a passeggio si portano un libro e si siedono a leggere! E la cultura fa un enorme differenza, specie quando è di qualità. La nostra, anche e specie nelle scuole, è rimasta ferma con gli stessi programmi, non introducendo o proponendo novità che potrebbero sedurre chi non ama leggere e farne un fervido sostenitore poi. Spesso le persone che non leggono non hanno mai incontrato un libro che facesse loro cambiare idea o appassionarli; trovatolo poi comprendono, perchè quando si scova una lettura che ci tieni fermi, annullando tempi e bisogni con l’unico desiderio di restare incollati alle pagine il più possibile, la prospettiva cambia. Il dramma è che molti non- lettori di libri, argomentano di non amare i libri senza aver mai fatto, o peggio provato, quest’esperienza. Esiste quasi una tendenza inversa, a valutare la lettura, la cultura e gli appassionati di..,come anacronistici e noiosi. Quando invece di argomenti, autori, genere e tematiche diverse, gli stand alla fiera erano zeppi. Altri non -lettori ancora danno come scusa la mancanza di tempo; in verità di tempo se ne perde tanto e per cose anche banali, basterebbe portare un libro con sè e invece di “perdere tempo” nelle frustranti attese varie, il tempo verrebbe sfruttato per leggere.

Come afferma Galimberti nel link, esiste una connessione profonda tra pensiero e parola, per cui meno parole conosciamo, meno possiamo esprimere i nostri pensieri ed emozioni, e meno parole conosciamo meno sappiamo rappresentare quei concetti mentalmente; una parola che non abbiamo è in fondo un concetto che non possediamo. Grave si quindi la situazione se il nostro paese non legge e non pensa…Non solo in quanto causa una situazione di ignoranza culturale o di analfabetismo, ma perchè porta ad un lento impoverimento della personalità. Quando mi chiedono consiglio su una lettura, parto sempre dalla domanda: di cosa hai bisogno in questo momento? Perchè un libro può creare una sintonia molto profonda con noi stessi; sebbene non conosciamo personalmente l’autore, le sue parole possono toccarci, più di quanto avvenga con le persone “reali”. Queste connessioni non sono rare, sono affinità, condivisioni capaci di confortarci anche. Quando ci sembra che il mondo fuori non ci comprenda, magari un libro può inquadrare il nostro pensiero e il nostro sentire, trasportandolo su una dimensione diversa. Senza dimenticare quanto nel passato, la cultura abbia contributo alla liberazione di menti e di vite umane.

Condivido anche l’ opinione per la scuola dell’obbligo a 18 anni, cosa che negli altri paesi esiste da decenni. E’ difficile pensare che chi abbandona gli studi possa trovare un suo posto nel mondo oggi, non solo da un punto di vista lavorativo, ma perchè se la scuola fosse anche un luogo per coltivare la personalità e favorire la crescita interiore, questa ricchezza verrebbe persa, come già purtroppo avviene. Ci sono così tanti libri al mondo che non credo non esista un titolo per ognuno di noi, capace di iniziarci alla lettura, per poi ammagliarci. E visto il post precedente, potrebbe essere un valido consiglio per gli acquisti natalizi e con l’occasione, per fare un regalo a sè stessi…

Rebecca Montagnino

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