NO COMMENT
Qualche giorno fa ho rischiato un ‘anticipata dipartita con un incidente alla vista di tale cartellone pubblicitario (mi auguro che in caso, nessuno si prenda il disturbo di diamantificarmi, basta il pensiero grazie). Sono tornata indietro per fotografarlo perchè l’ho trovato a dir poco curioso, imbarazzante, assurdo e anche un pò disgustoso. Cosa di più non lo so, il titolo basterebbe in quanto fa leva sulla sofferenza umana, sul dolore della perdita. Lo scopo non proprio di beneficenza, considerato che 4,500 euro son tantine…
Mi auguro che da questo non nasca la solita moda, non solo perchè sarebbe lugubre ma perchè sarebbe un segno evidente di degenerazione umana. Mettere al collo la luce degli occhi che non c’è più è in apparenza un atto di amore infinito, ma sotto è un atto di manipolazione dei sentimenti umani davvero oltraggioso.
Mi sono detta, non stanno bene. Perchè chi propone l’articolo ha un suo motivo, opinabile alquanto, perchè specula sulla debolezza (ma anche la stupidità) umana, ma non sta bene nemmeno chi evita di usare quei neuroni concessigli da madre natura.
In realtà credo che no comment sia la cosa più azzeccata.
Rebecca Montagnino
Ti rassicuro,
questi cartelloni sono sbucati fuori come funghi già qualche anno fa, ma nell’arco di due anni non mi pare siano stati convertiti in moda. A me dà più l’idea di certe follie tanto care ai giapponesi che hanno tentanto di istillare nelle menti italiane con scarso successo. Fortunamente da questo punto di vista la nostra arretratezza ci mantiene ancora fedeli agli affetti ai dolori e ce li fa considerare sacri.
Quando la religione sparisce, il suo posto viene preso dal commercio. Per questo motivo l’attuale sistema consumistico attacca continuamente la religione. Ne sopravvivrà solo uno