L’ORA DELLA SVEGLIA
Anche io ho paura. Paura di quello che sta accadendo nel mondo. Perchè è una guerra invisibile, dove per paradosso l’iimagine visiva è perseguitante. Tutto il mondo è fragile, perchè anche “noi” ammazziamo i loro civili e loro ammazzano i nostri. Sono i civili di tutto il mondo che sono indifesi. La scala dei bisogni di Maslow ci indica che al primo gradino c’è il soddisfacimento del bisogno di sicurezza, se la nostra stabilità viene minata, tutto il resto della scala ne è quindi compromesso.
Cerco di pensare che questo spinga ognuno di noi ad uscir fuori ancora di più da sè stesso, invece che chiudersi come la paura ci imporrebbe. C’è un’altra via. Quella di assumersi, forse anche in fretta, la consapevolezza e la responsabilità della propria vita. Di svegliarsi dal letargo emotivo, intellettuale, fisico perchè continuare a dormire a questo punto è voltarsi senza reagire. Non può esserci coscienza politica senza una coscienza sociale, ancora prima senza una coscienza individuale.
Non si tratta di esprimere un’opinione o cercare i colpevoli, ma bisogna fare o smettere di fare. Come smettere di pensare che non si può fare nulla.
A ricordarci invece di cosa possiamo fare ogni giorno, per onorare noi stessi e la nostra Vita.
RIDA D’ AIUTO E MESSAGGI D’ AMORE
11.9.01 VOCI DALLE TORRI GEMELLE
«Ti telefono perché non voglio che ti preoccupi quando sentirai cos’ è successo. Un aereo è caduto sulla nostra Torre. Non agitarti, sto bene. Stiamo evacuando l’ edificio. Devo andare». Pochi minuti dopo la seconda chiamata. «Ti voglio bene. Non ti preoccupare, stai tranquilla». Karamo Trerra 36, anni, dal telefono cellulare alla moglie Sharon subito dopo lo schianto del primo aereo contro la Torre Sud «È accaduto qualcosa. Accendi la televisione e dimmi cos’ è stato». Steve Tompsett dirigente della Instinet, che si trovava al 106° piano della Torre Sud, alla moglie Dorry «Sembrano esserci delle folate di fumo qui attorno. Adesso mi sto allontanando». Sheldon Kanter broker della Cantor Fitzgerald alla moglie Tami «Vieni fuori di lì, vieni subito fuori da quella Torre». Chris Mills alla fidanzata Danielle Kousoulis che lavorava al 104° piano della Torre Nord. Non è tornata «Sono intrappolato sotto il World Trade Center. Qui con me ci sono due agenti di polizia. Ti spiego esattamente dove sono. Dillo ai soccorritori. Aiutami». Un uomo da sotto le macerie alla moglie in Pennsylvania «C’ è polvere e cenere dappertutto, sto correndo verso l’ uscita». Joy Cordaro 30 anni, alla madre Barbara. Si è salvato facendo a piedi 16 rampe di scale «Siamo bloccati. Se non ti rivedo, sappi che ti voglio tanto bene». Frank Naples 28 anni, della Cantor Fitzgerald, alla moglie Heidi «Aiutatemi. C’ è fuoco sul piano e non riesco a uscire. Sono bloccato. Ci sono altri impiegati con me nell’ ufficio. Fate qualcosa!». Nuova telefonata, poco dopo. «Ti voglio bene. Non so se ne uscirò vivo. Promettimi che sarai di sostegno a tutta la famiglia. Sai cosa tu e la piccola Nicole significate per me. Ti amo». James Gartenberg alla moglie dall’ 86° piano della Torre Nord «C’ è parecchio fumo e siamo chini per terra. Stiamo evacuando l’ edificio, ti richiamerò più tardi». Giovanna Gambale executive a E-speed.com, che si trovava al 105° piano della Torre Nord, al fidanzato Tom Pastorello «La situazione è grave. Adesso io mi trovo all’ ultimo piano». David Barkway 34 anni, manager che si trovava al 105° piano del World Trade Center «Sto bene, sono con alcuni colleghi, ma non possiamo uscire». Doug Ketcham al padre «Non vediamo niente, non posso respirare. Moriremo tutti. Il fumo è fittissimo, non c’ è un angolo libero». Andrew Knox 29 anni, dal tetto di una delle Torri, a un collega «Ho il viso ustionato, non mi riconoscerai. Mi ami lo stesso?». Arturo Griffith 54 anni, addetto all’ ascensore, dall’ ospedale alla moglie Carmen, anch’ essa addetta all’ ascensore fra il 78° e il 107° piano, sopravvissuta «Esplosione in un palazzo». Telefonata alle ore 8.47 «C’ è una esplosione in cima al World Trade Center». Sconosciuto, ore 8.48 «Un aereo ha centrato il palazzo». Sconosciuto, ore 8.48 «Il Wtc è saltato per aria». Donna, ore 8.50 «C’ è un buco enorme sulla destra». Donna, ore 8.52 «Qualcuno è caduto dal palazzo». Uomo, ore 8.53 «Sono all’ 87° piano, ci sono quattro persone con me, c’ è il fuoco». Uomo, ore 8.56 «Siamo al 106° piano, non riusciamo a scendere». Cristopher Hanley, ore 8.57 «Non possiamo respirare, siamo intrappolati al 103° piano, il fumo entra attraverso la porta». Uomo, ore 8.57 «Un uomo è volato attraverso la finestra delle Torri». Telefonata, ore 8.58 «È crollato il soffitto all’ 86° piano». Uomo, ore 8.59 «Io e mio figlio siamo intrappolati nella stanza 8617». Donna, ore 9.01 «Ditemi come si fa a uscire da questo palazzo». Richard Caggiano, ore 9.04 «Siamo intrappolati al 22° piano, c’ è una voragine all’ ingresso, entra il fumo, non possiamo respirare. Provo a rompere una finestra». Uomo, ore 9.04 «La gente sta cadendo dal palazzo, dall’ alto. Non riusciamo ad atterrare sul tetto con l’ elicottero». La polizia in elicottero ore 9.05. Un minuto dopo il secondo aereo colpisce la Torre Nord «Si buttano fuori attraverso la voragine. È possibile che nessuno li prenda?» Uomo, ore 9.09 «Sono al 104° piano. Mia moglie è al 91°. Le scale sono bloccate. Sono preoccupato per mia moglie». Uomo, ore 9.09 «Sono al 106° piano con cento persone nella mia stanza. Ditemi cosa devo fare per sopravvivere». Uomo, ore 9.12. Quattro minuti dopo arriva al centralino del 911 l’ ordine di evacuare il palazzo delle Nazioni Unite. Altri 4 minuti dopo vengono fatti sgomberare tutti i palazzi comunali «Sono al 105° piano. Le scale sono crollate». Uomo, ore 9.17 «Siamo in centoventi in trappola al 106° piano. C’ è molto fumo. Non vediamo le fiamme. Non possiamo andare né su né giù». Sconosciuto, ore 9.19 «Siamo sulle scale del 82° piano. Le porte sono bloccate. Qualcuno venga ad aprire le porte». Donna, ore 9.21 «Sono crollate le scale al 105° piano della Torre». Uomo, ore 9.24 «Qualcuno sta sventolando una bandiera bianca nel primo palazzo che è stato colpito». Donna, ore 9.28 «Siamo bloccati nell’ ascensore. Stiamo morendo». Donna, ore 9.36 «Sono Melissa. Il pavimento è bollente. Non trovo l’ uscita. Sto per morire. Voglio parlare con la mamma». Melissa, ore 9.39 «Stanno svenendo tutti vicino a me». Uomo, ore 9.40 «Ci sono venti persone sul tetto. Sono vive. Mandate aiuti». Un poliziotto, ore 9.49 «Il World Trade Center è crollato». Sconosciuto, ore 10 «Molti poliziotti nel palazzo che è appena crollato. Sono in trappola ai piani bassi. Persone tra le macerie». Un poliziotto, ore 10.10 «Continuano le chiamate dalla seconda Torre. Sembra che la cima della Torre si stia inclinando. Si inclina verso sud-ovest. Sta crollando». Poliziotto dall’ elicottero, ore 10.26
Pagina 6
(11 ottobre 2001) – Corriere della Sera
ARCHIVIOcronologico
Rebecca Montagnino
Ormai vivo talmente tanto di preoccupazioni che, quando non le ho, MI PREOCCUPO